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domenica 7 luglio 2013

Murray riporta Wimbledon alla GB. Djokovic k.o. Quinzi re juniores.

Il mito di Fred Perry cade dopo 77 anni a Wimbledon. Lo abbatte lo scozzese Andy Murray, tennista che da anni studia da numero 1 del mondo, e che trita Nole Djokovic nella finale domenicale imponendo al serbo un 3-0 (6-4, 7-5, 6-4) nonostante il rivale avesse perso un solo set nella semifinale interminabile contro l'argentino Juan Manuel Del Potro, durata 4 ore e 53 minuti.
Il britannico con questo successo torna a far sorridere i paesi anglofoni cui mancava un successo nel grande slam dal successo femminile qui a Londra di Virginia Wade nel '77.

Djokovic e Murray si abbracciano.
Un mito umile quello che sta costruendo il ventiseienne: Andy nel 1996 scampò col fratello al massacro della scuola elementare di Dunblane quando aveva nove anni trovando rifugio sotto una cattedra dagli spari d'un folle che uccise 16 bambini ed un insegnante.
Forse da quel pomeriggio Andy Murray ha imparato ripartire è sempre possibile e così, dopo le lacrime per la sconfitta dello scorso anno per 3-1 contro Federer (dopo il primo set conquistato), l'irlandese si è preso la rivincita nelle Olimpiadi e poi ha fatto suo il trofeo atteso da tutto il Regno Unito.

Quinzi, 17 anni, è il campioncino azzurro.
Luccica Quinzi invece per la truppa italiana. Se gli azzurri hanno raggiunto in massa gli ottavi dei tornei senior ma nessuno ha superato quel turno, il talentino di Porto San Giorgio s'è invece portato a casa l'edizione risrvata ai juniores.
L'azzurro ha superato in finale in due set il coreano Chung con un 7-5, 7-6 che ne hanno riprovato la lucidità e la tempra, come le sue prima dichiarazioni dopo il trionfo: "Prima o poi vinco uno slam dei grandi".
Le premesse per l'azzurro, che emula Nargiso dopo 26 anni, sembrano davvero ottime. Speriamo mantenga quanto promesso.

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