Doveva esser la domenica delle sognatrici. Lo è stata solo per il Napoli che ora si regala speranze concrete di contendere la migliore posizione all’Inter super-equipaggiata e reduce dal triplete, la quale quest’anno però potrà bissarlo solo alla play dopo il pessimo derby di sabato sera.
In parte lo è stata, perché la tenacia del Napoli lascia accesa la speranza di una favola nel torneo con un 4-3 da antologia sulla Lazio nel mezzogiorno di fuoco del “San Paolo”.
| Con Cavani gli asini volano lontani. |
Gara tutta in salita per i partenopei sotto 2-0 come all’andata, colpiti da Mauri (assolo strepitoso) e Dias, già marcatore nel primo match. Il Napoli accorcia con Dossena al 59′ e pareggia in due minuti con Cavani. Il risveglio improvviso del Napoli non viene funestato dalla rete di Brocchi, perché Banti non giudica il pallone oltre la linea dopo il rimbalzo sulla traversa.
Pericolo scampato solo per 30 secondi perché Aronica firma la più goffa delle autoreti e complica i piani degli asinelli; ma Cavani è come i Rotoloni Regina: non finisce mai. E fa 2-2 dal dischetto battendo Muslera nella lotta celeste a sette minuti dalla fine prima di metter l’ultima pennellata alle spalle del connazionale per la tela del miracolo a Fuorigrotta.
Non è invece un miracolo la vittoria della Juve; ma solo frutto di grande capacità di soffrire e dell’umiltà di riconoscere la superiorità dell’avversario per un’ora abbondante: qui s’esalta Storari su Vucinic al 5′, ma soprattutto sul diagonale al volo di Totti dopo mezzora. E’ ancor bravissimo il vice-Buffon (vice poi mica tanto) sulla botta di De Rossi a fine tempo.
La seconda frazione è solo Juve, prima timida con Grosso di testa, poi letale sulla grande azione dell’ex Lione che da a Krasic la palla della redenzione al 59′. Il serbo insacca dopo un’ora passata a correre a testa bassa come un mulo ignorando i compagni. Apoteosi bianconera a 15 dalla fine con Matri che infila Doni in perfetta solitudine e compromette le speranze Champions giallorosse.
| Bertolacci al terzo centro in A. |
Sogni infranti anche per l’Udinese conscia sin dal primo momento della difficoltà della trasferta di Lecce, ma sicuramente non capace d’immaginare un netto k.o. per 2-0 (doppietta del promettente Bertolacci) con i salentini vicini a batter Handanovic, immacolato per lunghe gare in A, anche in una terza occasione.
Non c’è stato spazio al “Del mare” per il cannoniere Di Natale e per le meraviglie di Sanchez di fronte alla determinazione dei pugliesi.
| Jimenez illude gli emiliani. |
Puglia davvero col coltello tra i denti anche in Parma-Bari con i galletti vittoriosi solo al 93′ nonostante il primo vantaggio di Parisi, redivivo dopo le belle speranze tradite nel fallimento deprimente del Messina, ed il pareggio di Amauri. Sul tabellino decisivo Alvarez, ma Gillet da un grande contributo alla conquista dei tre punti.
Il più scontato, e vergognoso, dei pareggi arriva al “Bentegodi” dove la Samp accetta per paura l’x (quotato 1,35 da Snai) nonostante le vittorie delle rivali salvezza. Una presidente come Garrone che aveva una squadra da Champions e l’ha smantellata non merita la A quanto i colleghi più appassionati e meno venali di Cesena &co.
Gli emiliani pareggiano a Firenze in un match bello ed equilibrato: 2-2 in rimonta per gli ospiti passati addirittura in vantaggio con un piazzato di Jimenez. Gila pareggia prima del secondo tempo ed è lì che la viola sfiora il colpaccio col gol di Montolivo (forse svegliatosi con la Primavera del “Franchi”); ma Caserta fissa la parità nel finale prima che un grande intervento di Boruc consenta a Mihajlovic di proteggere la zona europea.
Un colpo di Acquafresca decide Genoa-Cagliari.
| Anche Cosmi vittima di Zamparini. |
Solo una riflessione per il derby siciliano che lascia altri 4 gol al passivo al Palermo ed una nuova ondata di insicurezza da parte del presidente Zamparini il quale richiama Rossi dopo sole 3 giornate al posto di Cosmi.
Al numero 1 rosanero non sarebbe piaciuta l’esclusione dal primo minuto di Pastore contro il Catania; ma la verità è che nel calcio non conta solo l’estro sudamericano o la tattica europea, bensì ad aver l’importanza maggiore in questo sport è la solidità societaria.
Nessun commento:
Posta un commento