Seguiteci su Instagram e Facebook live con LuneDìB tutti i lunedì alle 19,30

martedì 10 maggio 2011

"Dio mi ha dato un cervello, se non lo usassi gli mancherei di rispetto".

Che senso ha beatificare un uomo?
Per la Chiesa la beatificazione è il riconoscimento dell’assunzione in Paradiso e della possibilità di intercedere per altri.
Ma avevamo bisogno di cerimonie solenni, del circo mediatico, avevamo bisogno di destinare solo ad alcuni questa sorte?

Gesù, nel cosiddetto Discorso della Montagna, delineò già il profilo del “beato”:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.» (Matteo 5,3-12)
Già, "nei cieli".

A questo punto è bene anche chiedersi che significato attribuiamo noi alla beatificazione di un uomo, con che occhi la vediamo.
Dagli uomini di Chiesa ci si aspetta più che da chiunque altro, un comportamento retto, aderente all’insegnamento di Cristo nel Vangelo, una sorta di perfezione, un’integrità morale.
Ma, per natura, nessun uomo è perfetto.
Spesso ci si chiede come certe persone possano “permettersi” di servire Dio.
Tuttavia, persino Davide, Re del popolo eletto, il popolo d’Israele si macchiò dei peccati d’adulterio e d’omicidio, per poi pentirsene grazie all’intervento del profeta Natan.

Il funerale del Papa nellßAprile del 2005.
La storia insegna che Dio non sceglie i più meritevoli, bensì coloro che sono stati considerati adatti e che hanno accettato di rivestire un ruolo, di svolgere una missione.
In quest’ottica non si può non fare una riflessione sulla figura del Papa, che di per sé è controversa, a causa dell’eccesso di rilievo, interessi, ingerenze, potere.
Il Papa non può smentire quanto detto dai suoi predecessori, si pensi che nel Catechismo della Chiesa Cattolica approvato nel ‘93 da Giovanni Paolo II vi è scritto che la pena di morte è condannata dalla Chiesa, ma che tale condanna non è totale, poiché vi sono situazioni in cui il bene comune può essere garantito solo in questo modo. Dopo lo scritto del ’95 in cui Wojtyla si schierava contro la pena capitale, nel Catechismo venne solo specificato che al giorno d’oggi quei casi sono rari se non addirittura inesistenti.
Ma arriviamo proprio alla beatificazione di Giovanni Paolo II, avvenuta lo scorso primo maggio.

Hans Küng, dal 1962 al 65 com-
pagno di Ratzinger al Consiglio.
Il teologo Hans Küng nel suo articolo "Wojtyla, il Papa che ha fallito" elenca undici punti per cui ne considera negativo il pontificato.
In particolare viene contestato il trattamento riservato ai vescovi, ai teologi ed alle donne all’interno della Chiesa, con la strenua opposizione del Papa nei confronti della Teologia della Liberazione, che vorrebbe dare rilevanza ai valori di emancipazione sociale e politica presenti nel messaggio cristiano. In Sudamerica il Papa allontanò parecchi religiosi, vicini a questa posizione, dai vertici della gerarchia.

Papa Giovanni e Augusto Pinochet.
Nella sua lotta al comunismo, Giovanni Paolo II non esitò a nominare vescovi vicini alle dittature di destra. Addirittura intrattenne rapporti con Pinochet, grazie anche all'amicizia fra il cardinal Angelo Sodano ed il dittatore. Il Papa incontrò il tiranno cileno nel 1987, famosa è la foto che ritrae i due, affacciati ad un balcone, mentre sotto di loro la polizia carica i manifestanti.Pare che Wojtyla abbia inoltre cercato di mediare con gli inglesi per evitarne l’estradizione.

Ha suscitato malcontento anche la beatificazione da parte del Pontefice polacco di figure controverse quali Pio IX, accusato di antisemitismo, ed Alojzije Stepinac, che appoggiò le violenze contro i serbi ed altri oppositori del regime filo-nazista.Per non parlare degli interessi finanziari: ebbe infatti legami con Marcinkus e Calvi, legati al caso del crack del Banco Ambrosiano, dai quali pare ottenne finanziamenti e concesse eccezionali quanto sospetti privilegi all’Opus Dei.Come se non bastasse, il neo Beato, sostenitore della comunicazione interreligiosa, definì le altre religioni “forme deficitarie di fede”.

Un sofferto Angelus papale.
I credenti, a cui lui ha dato la possibilità di manifestare pubblicamente la fede, di celebrare in mondo visione il proprio credo, a cui ha insegnato a non avere paura hanno fortemente voluto ed atteso questa beatificazione-lampo.
Perché? Forse perché lo ritenevano meritevole, forse perché in 27 anni di Pontificato gli si erano affezionati, forse per la virtù di quel perdono concesso al suo aggressore, forse perché era comunicativo ed accattivante, forse perché vederlo sofferente l’aveva fatto sentire più vicino a noi tutti, più “umano”, forse per la speranza, importante virtù cristiana che ha saputo infondere in una moltitudine di fedeli.
E allora per qualcuno questa beatificazione sarà giusta, per altri affatto.

Io, da cattolica credente e praticante, mi colloco fra i secondi, tra gli spiriti critici.Non posso non indignarmi nel considerare che un don Milani, definito superficialmente all’epoca, “il prete rosso” ed addirittura processato poiché a favore dell’obiezione di coscienza, grande pedagogista e maestro, a favore degli ultimi non solo con le parole, ma anche coi fatti, non sia stato beatificato dal Vaticano, poiché considerato troppo vicino agli ideali del socialismo, quando in realtà era semplicemente ed incredibilmente vicino, molto più di loro, agli ideali del Cristianesimo.
Ma ancora di più non posso non indignarmi di fronte alla mercificazione della fede, che fa audience, ed è ormai gridata e spogliata della sua essenza, in cui non sembra più esserci posto per la spiritualità, in cui gli uomini, Beati e Santi più o meno a sproposito, diventano più importanti, pregati e riconosciuti di Cristo.
Qui, in terra.

Nessun commento:

Posta un commento