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martedì 9 luglio 2013

Pakistan poteva arrestare Osama: eccesso di velocità nel 2002.

Rivelazione da Al Jazeera che ha svelato al mondo che il terrorista più cercato del pianeta poteva esser fermato assai prima. Le novità emergono da un dossier di 336 pagine, elaborato dalla Comissione Abbottabad, istituita dopo il raid aereo nel quale Osama Bin Laden venne ucciso nella notte del 02 Maggio 2011 con quattro dei suoi collaboratori senza il consenso chiesto dagli Usa per l'attacco.
La rivelazione sarebbe stata fatta al giornale pakistano The Express Tribune da Maryam, moglie del collaboratore Ibrahim A-Kuwaiti, morto nell'agguato costato la vita costato la vita al numero 1 di Al Qaeda e a parte della sua famiglia.


Il quartier generale di Abbottabad.
Un cappello da cowboy avrebbe salvato più volte dai controlli Usa Bin Laden negli anni di latitanza: quando usciva lo indossava sempre alternando tra loro tre vestiti per le stagioni calde e tre per quelle fredde.
Il leader del terrorismo mondiale veniva descritto da A-Kuwaiti come un povero alla figlia Rahma di nove anni quando la bimba s'era accorta della assenza costante del conviente della dimora di Abbotabbad. Da allora la piccola lo chiamò Miskeen Kaka, povero zio.

La morte di Bin Laden in diretta.
Sospetto collaborazionismo tra Pakistan e Bin Laden: il governo asiatico parlò di "atto di guerra" da parte americana all'indomani del bombardamento di Abbottabad, dove per tre anni il pluriricercato s'era nascosto.
Il rapporto di 336 pagine non cita alcuna forma di legame tra la forza terroristica e la nazione pakistana, mentre per l'episodio dell'alt non è chiaro il modo in cui l'agente abbia lasciato andare Bin Laden: la spiegazione di Maryam, "Ibrahim quickly settled the matter", non lascia capire se l'agente, di fronte ad un Bin Laden probabilmente senza barba ma comunque probabilmente in ugual modo riconoscibile, venne corrotto o ucciso.

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