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mercoledì 26 gennaio 2022

Un omaggio a Kobe Bean Bryant, a due anni dalla sua scomparsa

Viaggio nella straordinaria, intensa ma purtroppo breve vita di uno dei più grandi giocatori della pallacanestro: Kobe Bryant dall'infanzia italiana al tetto del mondo.


Il senso di vuoto lasciato da quegli attimi vissuti intorno alle 21 italiane del 26 gennaio di due anni fa, resterà scalfito per sempre nella memoria di chi è appassionato visceralmente al mondo della "palla a spicchi", ma senza dubbio anche nei ricordi di chi una palla da basket non sa nemmeno come sia fatta, perchè Kobe non ci conosceva ma noi conoscevamo lui, uno degli atleti più dominanti e fedele al proprio sport, che il mondo abbia mai conosciuto.
Figlio di Joe Bryant, cestista dei Philadelphia 76ers, Kobe nasce il 23 agosto 1978 proprio nella città dell'amore fraterno.
Il padre, dopo tre stagioni ai San Diego Clippers e una breve avventura ai Rockets, decide di trasferirsi oltreoceano, più precisamente in Italia, dove accetta la chiamata della Sebastiani Rieti, squadra di Serie A 2, è proprio nello stivale che Kobe cresce, muovendo i primi passi nelle squadre di minibasket fra Rieti, Pistoia e infine Reggio Emilia.
Proprio grazie alla pallacanestro riesce a superare tutte quelle barriere che un ragazzino di una famiglia dallo stile di vita americano può incontrare nel Bel Paese.

Album del giovane Kobe Bryant.
L'esperienza in Italia lo aiuta tantissimo quando nel 1991 il padre torna a Philadelphia, Kobe si iscrive alla Lower Marion Hight School e gioca della squadra di basket della scuola.
Ciò che lo differenzia dagli altri è il fatto che lui in Italia ha imparato le fondamenta e le basi del gioco e non farà tanta fatica a inglobare i giochetti da playground dei suoi coetanei americani.
Dopo aver portato gli Aces, squadra della sua scuola, alla vittoria del titolo statale dopo più di quarant'anni, con una media di più di 30 punti a partita, inizia ad attrarre le attenzioni non solo delle università più prestigiose degli States, ma anche di alcune squadre dell'associazione, infatti il suo desiderio è solo uno e si chiama NBA. 
Nel 1996 si dichiara eleggibile per il draft NBA e Jerry West, allora GM dei Los Angeles Lakers fa di tutto per non farselo sfuggire, dopo uno scambio con gli Hornets, i losangelini  ottengono dalla squadra di Charlotte la tredicesima scelta e ovviamente viene chiamato il suo nome.

Kobe e Shaq, Essenza dei Lakers
Il duo magico!
Dopo un periodo di assestamento difficile, i Lakers con la coppia Shaq-Kobe infilano uno storico "three peat",vincendo i titoli 2000,2001,2002, ma Kobe non è felice perchè "The Diesel" vice in tutte e tre le occasioni l'MVP delle finali, e il numero 8 si sente come una sorta di secondo violino.
Il Black Mamba vuole essere assolutamente il protagonista dei Lakers e vuole portarli lui sul tetto del mondo e lo fa sapere alla squadra, che non senza qualche polemica coi tifosi decide di mandare Shaquille O'Neal a Miami.
Ora Kobe ha le chiavi della squadra in mano, è una macchina da punti infallibile, ha una forza interiore che lo contraddistingue dagli altri, studia il gioco come nessuno ha mai fatto e ma gli anni passano e lui non riesce a portare la franchigia alla vittoria.
Nel 2008 i Lakers, sotto consiglio di Kobe ingaggiano il catalano Pau Gasol, si rivelerà lui il secondo violino perfetto per il Black Mamba,
Kobe Bryant con prestazioni fuori da ogni logica guida i gialloviola a due titoli di fila fra 2009 e 2010, battendo prima i sorprendenti Magic di Dwight Howard e poi un anno dopo i nemici di sempre, ovvero Celtics di Pierce, Ray Allen e Kevin Garnett.
Bryant ce l'ha fatta, è riuscito a trascinare i suoi Lakers sul tetto del mondo per due anni di fila, contornando il tutto anche con due MVP delle finali, il titolo del 2010 è l'apoteosi di tutto il sudore in anni e anni dove ha sacrificato se stesso e il tempo con la sua famiglia per l'amore viscerale che nutre per il basket.


Kobe Bryant e la figlia Giannina, morta con lui
La sua ultima partita in NBA nel 2016, dopo 5 anni quando la squadra si è ormai sfaldata è un ultimo ballo dove mette ogni atomo di energia del suo corpo per segnare 60 punti contro gli Utah Jazz.
Il 18 dicembre 2017, i Lakers in suo onore hanno ritirato, con una cerimonia presieduta da Magic Johnson, sia la maglia numero 8 che quella numero 24, Kobe in questo modo è diventato l'unico giocatore della storia ad avere due numeri ritirati
Nel 2018 pubblica un libro intitolato The Mamba mentality: il mio basket dove parla della sua carriera e degli avversari affrontati.
Il 25 gennaio 2020, prima di un giorno funesto, proprio a Philadelphia contro i 76ers, Lebron James superava il record di punti in NBA di Kobe, in quello che sembra un subdolo gioco del destino, 
Alle 9:47 circa del giorno dopo il velivolo che portava Kobe, sua figlia Gianna di 13 anni e altre
7 persone ad un allenamento della squadra dove giocava proprio la primogenita di Kobe, precipitava a Calabasas a causa della nebbia fitta, circa un'ora dopo si constatò la morte di tutti e i presenti a bordo.
Il 24 febbraio 2020 allo Staples Center si è tenuta una commemorazione pubblica dove intervenirono fra gli altri prese la parola anche Michael Jordan, che ricordò come Kobe lo telefonava anche nel cuore della notte per chiederci consigli non solo sul gioco, ma anche semplici consigli di vita e sulla famiglia, perché si The Black Mamba è stato uno dei più straordinari sportivi di sempre, ma non dimentichiamoci che era anche un padre, ma soprattutto un essere umano, esattamente come ognuno di noi.

MAMBA OUT

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