Con un secondo tempo tutto cuore e temperamento, gli amaranto si sbarazzano del Pordenone che non aveva demeritato. Al gol Jeremy Menez che con una sola finta “fa letteralmente sedere” due avversari e Di Chiara con una punizione battuta magistralmente. Terza vittoria consecutiva per Montalto e compagni che vedono all’orizzonte un finale di stagione tutto da scrivere
Mister Stellone deve fare di necessità virtù viste le tante defezioni nel pacchetto arretrato: fuori Cionek e Stavropoulos e con Aya e Adjapong non in perfette condizioni di forma, deve optare per la difesa a tre composta Di Chiara e Loiacono larghi e Amione centrale. A centrocampo Giraudo fa da bretella sulla fascia di sinistra e Kupisz su quella di destrae poi tanta qualità nei piedi di Hetemaj, Folorunsho e Crisetig. In avanti il ritorno di Montalto con Menez libero di svariare su tutto l’arco dell’attacco.
Marchetto, che oggi siede in panchina al posto dell’indisponibile Tedino, lancia il 4-4-2 con Candellone unica punta e Cambiaghi trequartista. Centrocampo mobile e veloce soprattutto nelle ripartenze ma abile anche a far filtro per la difesa.
Presenti al Granillo circa 3700 paganti (venduti soltanto 700 i mini-abbonamenti per le restanti otto partite): in uno stadio che ne può contenere 26mila, il Granillo sembra desolatamente vuoto. Ma la Curva Sud è sempre presente, piena di entusiasmo e pronta a spingere alla vittoria la squadra amaranto.
Gara fondamentalmente bloccata: gli amaranto cercano di sfondare per via esterne dove i ramarri fanno buona guardia raddoppiando le marcature. Nonostante ciò, la Reggina va vicina al gol al quarto d’ora con il colpo di testa di Folorunsho che esce di pochissimo. Risponde tre minuti più tardi il Pordenone con Candellone: il tiro si perde sopra la traversa. Al 20’ ancora Reggina con un colpo di testa di Montalto: la difesa avversaria si salva in angolo. Poi tante schermaglie a centrocampo in un primo tempo abbastanza anonimo e dove Reggina e Pordenone sono apparse atoniche e spente.
Il Pordenone vuole vincere: immettendo Butic e Vokic in luogo di Candellone e El Kaouakibi ha tutta l’intenzione di avanzare il baricentro della sua squadra. Nei minuti iniziali della ripresa, infatti, i ramarri costruiscono due azioni con i nuovi entrati che, però, non concretizzano. Al 53’ Pordenone vicinissima al gol: Cambiaghi se ne va dalla sinistra ed effettua un assist perfetto per Vokic il quale arriva in ritardo sulla sfera. La Reggina è graziata ma, nel contempo, avvisata. Scampato il pericolo, Giraudo offre la possibilità a Di Chiara di mandare un pallone in area sul quale Barison per poco non beffa il proprio portiere che si salva in angolo.
Stellone cambia Giraudo e Hetemaj per Adjapong e Cortinovis per dare più ampiezza alla manovra: mossa azzecata e preludio all’uno a zero. Al 66’ Montalto lancia Menez e per il francese è un gioco da ragazzi far sedere Dalle Mura e Barison e battere il portiere avversario in disperata uscita.
Subita la rete, il Pordenone si getta in avanti ma, oltre a tanto possesso palla, chiare azioni da gol non ne ha costruite.
È anzi la Reggina ad andare al doppio vantaggio con una magistrale punizione da distanza siderale di Di Chiara che batte imparabilmente il malcapitato Perisan che non può che guardarla. Due a zero e risultato messo in ghiaccio quando mancano quattro minuti dal termine.
Dopo un primo tempo giocato male da entrambe le contendenti, Jeremy Menez inventa il gol dell’anno e poi Di Chiara con quell’eurogol da punizione, stendono un Pordenone che fino al 21’ della ripresa non aveva demeritato e, probabilmente, lo condannano alla retrocessione. Terza vittoria consecutiva per la Reggina – e nona del campionato – che si porta a 32 punti e quindi a più 9 dai playout ed a meno 5 dai playoff. Insomma: con questo filotto, la squadra di Stellone incomincia a intravedere qualcosa di ‘’corposo’’.
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