Fabio Capello, tecnico probabilmente con Mourinho migliore nell'attuale pianeta del pallone.
La bacchetta magica per il c.t. è arrivata quando il team di Don Fabio ha sconfitto per 5-1 la Croazia a Wembley a 1 gara dalla fine del girone di qualificazione per il Sud Africa (finita poi 0-0 in Ucraina), guadagnandosi così l'obbiettivo a danno di quella nazionale che le aveva impedito con un 4-1 la partecipazione all'Europeo.
Qualificazione facilissima per i britannici (che ha aiutato il c.t. di Pieris a diventare "Sir"), i quali vantano d'altronde uno dei migliori reparti di centrocampo del mondo.
Ciò che preoccupa è sicuramente il capitolo portiere: James (titolare), Green o il promettente Hart non sono sempre all'altezza.
Davanti a loro la granitica coppia centrale Ferdinand-Terry, la cui presenza ha escluso quella di Bridge per il famoso rapporto avuto dal capitano con la moglie del terzino, Glen Johnson ed Ashley Cole larghi sulla fascia difensiva. Riserve di lusso l'ex Liverpool Warnock, Upson e Carragher.
Lampard e Gerrard saranno i fari anteriori della squadra della regina Elisabetta. Attorno alle loro geometrie ruoteranno probabilmente Carrick e Joe Cole, sempre smalliante quando porta la Croce di San Giorgio sulla t-shirt. I rapidi e talentuosi Walcott e Phillips scalpitano dalla panchina con il mediano dei Villans Garreth Barry e gli altri.

Non si poca importanza il ritorno di Bechkam, una delle scommesse vinte da Capello, il quale, anche grazie all'aiuto trovato nel Milan (consigliatogli proprio dal c.t.), è pronto ad indossare per l'ultima volta in un mondiale la t-shirt col suo storico 7.
In attacco naturalmente c'è venerazione per Rooney, intoccabile nel reparto per il suo lavoro d'inimitabile aiuto alla squadra. L'ariete del Tottehnam Peter Crouch gli farà spesso compagnia sul terreno di gioco; ma il suo compagno di club Defoe, Darren Bent e l'esperto Emile Heskey (ultimo mondiale per l'ex Utd) non saranno minacce sottovalutabili. Tra gli inglesi è proprio davanti il grande escluso, comunque giovane per rifarsi: parliamo di Agbonlahor.
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