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lunedì 8 novembre 2010

I lupi mordono l'aquila. La Juve e il Milan non sgarrano.

La corsa folle della Lazio s'è arrestata proprio contro il rivale più odiato, nonostante l'assenza di Totti.
Nella stracittadina di Roma vince come da pronostico la formazione sfavorita e più arretrata in classifica.
Il derby inteso come altalena d'emozioni comincia sul finire del primo tempo grazie all'infortunio di Menez rilevato da Greco. Il bomberino segna il suo secondo gol di fila dopo quello col Basilea, ma un offside discutibile di Borriello vanifica la prodezza.
Nella ripresa non c'è perdono per le aquile portate a terra da un rigore per parata di Lichtsteiner su Simplicio al 53'. Borriello trasforma con brivido e ringraziamenti a Muslera, comico nel tentar la parata.

Dias abbatte Baptista e i sogni di Reja. 
Julio Sergio inghiotte il tentativo di pari di Hernanes, poi Foggia sostituisce l'opaco profeta e si guadagna un'occasione da rigore; ma Morganti non punisce il mani di Simplicio. Poco il brasiliano centra la traversa a Muslera battuto. La Lazio chiede un rigore evidentissimo per trattenuta di Riise su Mauri a dieci dalla fine. Le aquile vengono beffate dal penalty per i cugini arrivato a tempo scaduto.
Nella circostanza un Dias perfetto fino ad oggi, completa la sua partita horribilis falciando l'appena entrato Baptista e mandando dagli 11 metri Vucinic di fronte a Muslera. Esecuzione perfetta e Olimpia piange. Ridono invece Juve e Milan.


Premiata ditta Del Piero-Quagliarella.
I bianconeri formato emergenza riscattano la sterilità offensiva mostrata col Salisburgo rifilando 3 reti ad un Cesena comunque modesto. Avvio però a favore degli emiliani che con Storari infilano Jimenez dopo 11 minuti. La difesa guidata da Bonucci con Sorensen regge bene dopo il primo quarto d'ora e Grosso, reintegrato per emergenza, s'amministra con esperienza.
Un rigore a favore di Del Piero porta madama sul pari. Al 271° centro del capitano è legato il rosso a Pellegrino, autore del fallo. Quagliarella fa 2-1 in tuffo di testa in grande stile, prima che Iaquinta confermi d'essere bomber da rientro marcando la terza rete negli ultimi istanti.

Il Milan controlla il Bari al "San Nicola" grazie al pronto vantaggio di Massimo Ambrosini. Ibra fornisce al 31' l'assist del raddoppio a Mathieu Flamini, uno che la porta la vede poco spesso ma che con un lob batte Gillet.
Esce Robinho per Pato e Kutuzov fa il fenomeno: si beve Gattuso, Yepes e Nesta e infila Abbiati al 65'.
Però questa volta Pato ha un impatto diverso sulla partita mettendo subito al sicuro il match. Gol bello e inutile nel finale per Barreto.

Super Cavani. Superato Eto'o.
Cavani fa dimenticare "Anfield" al Napoli, dove in realtà il sol Dossena bastava a giustificare il k.o. nonostante la convincente prova. Stavolta, in casa col Parma e con un compito assai più facile, basta l'uruguayano che con due sigilli (al 19' e all'85') si porta in vetta alla cannonieri ad 8 reti.
Il Palermo torna a sorridere grazie a Pinilla. Nel posticipo col Genoa la gara del cileno sembra subito stregata, ma dopo due pali ed un bell'intervento di Eduardo (sublime in uscita su assist di Pastore al 20'), l'ex Grosseto cancella la sua opacità buttando in porta la palla vincente al 42'. La reazione del grifone nella ripresa non è degna di nota e l'ingresso di Miccoli fa sognare il raddoppio ai siciliani, cui basta però l'1-0.

Nell'anticipo spezzatino la Fiorentina supera di misura il Chievo con Cerci all'80'. Si conferma in crescita Mutu. La Samp si conferma invece sterile (quarto 0-0 in A) in casa col Catania e anche Udinese-Cagliari termina a reti bianche.

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