Seguiteci su Instagram e Facebook live con LuneDìB tutti i lunedì alle 19,30

martedì 2 luglio 2013

L'ultimo saluto al guerriero Borgonovo. V&P tra Sla, morti sospette e doping.

Onore ai vinti è una legge dello sport, ma talvolta anche della vita. Lo è nel caso della battaglia che Stefano Borgonovo ha condotto e continuerà a condurre dopo la sua morte contro la Sla che lo ha tenuto prigioniero per sei anni del suo corpo e di una postura della testa e degli arti costretti alla sedia a rotelle.
Nei funerali di ieri in molti hanno voluto sottolineare questo aspetto, da Maldini a Ferrara, da Sacchi al capitano dei tempi del Milan Franco Baresi; ma forse la più efficace manifestazione è stata quella dei tifosi del Como, squadra con cui l'attaccante esordì in A il 14 Marzo 1982, che hanno sfilato con uno striscione per le vie di Giussano: "Stefano sempre presente".

Fulvio Bernardini, coach Lazio 58-60.
Un dramma dal 1939 quello del morbo di Lou Gherig, primo giocatore colpito in modo letale dalla malattia, che non trova soluzione.
Se recentemente si è ipotizzato che la stella del basket americana (1903-1941) sia morta di una malattia simile alla Sla, il pm Raffaele Guariniello ha recentemente legato la patologia degenerativa all'uso di sostanze dopanti mentre i morti tra i casi italiani sono saliti a 39 su 51 con Borgonovo che segue al genoano Signorini e a molti altri.
Anche il tecnico azzurro F. Bernardini morì di Sla nell'84 dopo una sofferenza durata tre anni.

Borgonovo con Baggio e Maldini.
La Fiorentina dei misteri incrementa i sospetti sul legame tra le morti strane del calcio e le sostanze farmaceutiche assunte spesso in dosi eccessive dagli atleti: nella rosa dei viola dal 1974 al 1977 si registrano infatti ben otto casi di morte: Bruno Beatrice (leucemia), Ugo Ferrante (tumore alla gola), Nello Saltutti (infarto), Adriano Lombardi (SLA) e Giuseppe Longoni (vasculopatia), Mimmo Caso (tumore al fegato), Giancarlo De Sisti (ascesso frontale) e Giancarlo Galdiolo (demenza frontale temporale).
L'ex capitano dell'Avellino Lombardi figura come unico affetto da Sla, ma di sclerosi laterale amiotrofica è morto anche il difensore Galdiolo.

Mattolini, guardiano viola.
Il Cortex nel mirino delle indagini: questo farmaco sarebbe stata la causa dell'insufficienza renale del portiere gigliato Massimo Mattolini, nona vittima della Fiorentina del dramma.
L'ex numero 1 si ammalò di insufficienza renale nel 1990 come egli stesso raccontava mettendo sotto accusa il farmaco: “Solo nel 1990 mi sono accorto di avere un'insufficienza renale e sono entrato in dialisi. Mi sono informato coi medici dell'ospedale per capire se ci fosse un legame tra l'assunzione di Cortex e i problemi che accusavo ai reni, e mi è stato risposto che dipendeva dalla durata del trattamento”.
L'atleta avrebbe assunto il Cortex per 10-15 giorni all’anno e definì infatti il proprio caso come distante da Beatrice e Saltutti, ex compagni di squadra  scomparsi per le sostanze dopanti; ma lo stesso Mattolini morì nel 2009, dopo un trapianto di reni nel 2000, lasciando il dubbio sulla possibilità che il suo male sia derivato dal Cortex o dal doping.

Gianluca Signorini (ex Genoa) morì per
la sclerosi laterale amiotrofica nel 2002.
La speranza delle staminali non ha ancora portato ad una risposta definitiva: il trapianto di cellule per combatter la morte dei motoneuroni è stato finora solo testato sui topi ed è comunque lontano dall'offrire speranze agli umani colpiti.
L'unico beneficio portabile ai malati di Sla è attualmente l'uso del litio, farmaco usato per stabilizzare l'umore, che rallenterebbe il decorso degenerativo della sclerosi, secondo quanto scoperto nel 2008.

Il cordoglio dei colleghi al funerale nel video di GazzettaTv:

Nessun commento:

Posta un commento