Il 31 Gennaio moriva ad Auschwitz Arpad Weisz, campione con Inter e Bologna.
Come il tecnico ungherese, tanti sportivi morti per mano nazista oggi dimenticati.
Faceva tremare il mondo il suo Bologna, quello dei due scudetti consecutivi del 1935-36 e del 1936-37, ma il mondo di Árpád Weisz venne per sempre spento dalle leggi razziali, dopo la deportazione a Westerbork, nel campo di Auschwitz il 31 Gennaio 1944.
Il tecnico ungherese è divenuto uno degli emblemi nello sport della giornata della memoria in qualità di uomo da sempre perseguitato dalle sue origini ebraiche, figlio di Lazzaro e Sofia Weisz.
Mai mancò comunque il coraggio al giovane Weisz che da giocatore con la sua nazionale si fece sconfiggere di proposito dall'Egitto nelle Olimpiadi di Parigi del 1924 per contestare le posizioni antisemitiche del governo magiaro.
Weisz calciatore si divise in Italia principalmente tra Alessandria ed Inter ma in nerazzurro riuscì a collezionare solo 11 presenze e 3 reti prima di un grave infortunio che ne compromise la carriera.
Era il 1926, l'anno del passaggio al ruolo di allenatore e del ritorno all'orso grigio, come vice di Augusto Rangone che dal 25 al 28 sarà tecnico azzurro.
Weisz va subito all'Inter che cambia nome in Ambrosiana come l'allenatore si italianizza in Veisz per non alimentare l'ira fascista. In nerazzurro vince a 38 anni il primo scudetto della Serie A a girone unico nel 1930 (allenatore straniero più giovane a riuscirci fino ad oggi) e scopre Giuseppe Meazza.
L'anno successivo arriva solo un sesto posto: l'Ambrosiana lo esonera. Lui va a Bari e salva i pugliesi allo spareggio contro il Brescia. Nel 32 l'Inter lo richiama e lui la porta nella finale della Mitropa Cup (l'antesignana Champions), ma l'implacabile Matthias Sindelar realizza una tripletta al Prater e ribalta il successo per 2-1 dell'Arena Civica firmato da Meazza e Levratto in favore dell'Ambrosiana.
Reguzzoni buca Jackson dopo 14' in finale. |
Weisz approda al Bologna del Presidente Renato Dall'Ara (da cui lo stadio prenderà il nome) nel 1935 dopo una stagione in Serie B col Novara e trasforma una squadra lontana dai tempi migliori. La Juve dominante chiude con lo scudetto quella stagione, il Bologna sesto.
Nel 1935-36 però i felsinei sotto la guida del tecnico ungherese conquistano il titolo con soli 14 elementi in rosa. Weisz è il primo tecnico ad aver raggiunto lo scudetto con due squadre diverse.
Nell'anno successivo il Bologna bissa il titolo nonostante le 21 reti del biancoceleste Silvio Piola. Gli emiliani chiudono a 42 punti con 3 di vantaggio sulla Lazio.
Nella stessa stagione il Bologna si mette in luce in Europa trionfando nel torneo dell'EXPO di Parigi: dopo un 4-1 sul Sochaux ed un 2-0 sullo Slavia Praga, la formazione di Weisz surclassa con una tripletta di Reguzzoni (141 reti in 359 gare dal 1930 al 43) ed una rete di Busoni il Chelsea per 4-1.
La targa commemorativa per Weisz al Dall'Ara. |
Il tecnico si rifugia a Dortrecht e la squadra locale grazie alla sua guida tecnica riesce a salvarsi nel dalla retrocessione 1939, per poi ottenere due quinti posti nelle stagioni successive dando filo da torcere ad Ajax e Feyenoord nelle sfide del torneo.
Nel 1942 la Germania conquista i Paesi Bassi e Weisz viene portato a Westerbork dove passò anche Anna Frank, poi il 2 Ottobre il tecnico venne deportato ad Auschwitz dove pochi giorni dopo la moglie Elena ed i figli Roberto e Clara vennero gasati. Weisz viene mandato in Polonia per 15 mesi di lavori forzati, poi nuovamente ad Auschwitz dove consuma gli ultimi respiri in una camera a gas il 31 Gennaio del 1944, a 47 anni.
Nel 1942 la Germania conquista i Paesi Bassi e Weisz viene portato a Westerbork dove passò anche Anna Frank, poi il 2 Ottobre il tecnico venne deportato ad Auschwitz dove pochi giorni dopo la moglie Elena ed i figli Roberto e Clara vennero gasati. Weisz viene mandato in Polonia per 15 mesi di lavori forzati, poi nuovamente ad Auschwitz dove consuma gli ultimi respiri in una camera a gas il 31 Gennaio del 1944, a 47 anni.
Il valore della memoria è argomento a volte retorico. Di Weisz, infatti, fino al 2007 non parla nessuno, poi un libro di Matteo Marani, Dallo Scudetto ad Auschwitz, scuote il torpore.
Il Comune di Bologna gli intesta una targa due anni dopo collocata ai piedi della Torre Maratona presso lo stadio Dall'Ara, nel 2018 viene dato il suo nome alla curva Sud.
Il 27 Gennaio 2012, giornata della memoria, viene apposta una targa in suo onore a San Siro. Lo stesso avverrà al Piola di Novara nell'anno successivo ed al San Nicola di Bari due anni più tardi.
Parallelamente allo storia di Weisz potremmo raccontarvi quella del bomber di provincia Carlo Castellani che faceva volare l'Empoli fine anni '20. L'attaccante segnò 49 goal in 77 presenze dal 1926 al 1930 con la maglia azzurra in Seconda Divisione. Ne fece addirittura 5 in una partita contro San Giorgio Pistoia. Solo Tavano nel 2011 superò il suo record di reti totali (61 su 145 gare).
Castellani fu arrestato a Montelupo Fiorentino nel 1944, sacrificandosi alla Gestapo affinché non fosse preso il padre, ed ucciso nel campo di Gusen. Oggi lo stadio di Empoli e Montelupo portano il suo nome.
Lelleto Efrati in una staturia posa dell'epoca. |
Ne è esempio il pugile Leone Efrati che era promessa della boxe italiana, avendo battuto i futuri campioni europei Bondavalli e Cattaneo.
Efrati veniva spesso costretto a battersi contro energumeni più grandi di lui nel campo di Mauthausen, dove il fratello fu pestato a morte.
Saputa della notizia, Efrati reagì provocando la reazione delle guardie che poi lo uccisero nell'Aprile del 1944.
Non meno noto Paolo Salvi, campione della ginnastica ed oro nella V Olimpiade di Stoccolma nel 1912, morto anch'egli a Mauthausen, con la poco credibile motivazione del fuoco nemico.
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