Ultimamente il calcio violento è sempre più nelle cronache delle nostre domeniche come un cancro inarrestabile e turba la tranquillità di coloro che vogliono andare a godersi una bella giornata di calcio allo stadio.
Gli episodi del motorino di "San Siro" come quello del poliziotto Raciti ucciso nel contesto del derby siculo tra Palermo e Catania ne sono solo i più amari picchi.
Vogliamo sempre rapportarci all'Inghilterra; ma in concreto non prendiamo misure che ci avvicinino alla efficienza dei britannici in queste situazioni.
Oltreoceano riescono a fare anche di peggio rispetto a quanto avviene nello stivale ed in Colombia non è entrato nello stadio un semplice motorino, ma addirittura una bara con tanto di morto all'interno prelevato in seguito alla cerimonia funebre per far sì che la salma assistesse alla sua ultima partita.
L'ignaro tifoso è un ragazzo di 17 anni, Jacome, ucciso lo scorso sabato da alcuni sicari mentre giocava a calcio con degli amici, e fatto entrare nell' impianto calcistico del "General Santander" per assister al match casalingo del Deportivo Cucuta impegnato nell'ottava della Liga Postobón contro l'Evingado.
Questo atto è stato compiuto dalla frangia estrema della tifoseria del Depor, la "Barra del Indio", la quale è riuscita ad eludere in non si sa quale modo i controlli all'accesso dello stadio.
Duro il medico sociale della formazione coinvolta dal clamoroso episodio: "Non lasciano entrare i tifosi, ma fanno passare un cadavere. Una cosa del genere è capitata solo qui" ha affermato Julio Rivera.
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