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martedì 20 marzo 2012

Muamba: l'incubo è finito. E' cosciente. Ragazzo fuori dal coma e parla.

Per 48 ore il cuore di Patrice Muamba, giocatore proveniente dallo Zaire in forza al Bolton, ha tenuto in sospeso tutti gli amanti dello sport.
Il ragazzone di Kingshasa s'era accasciato sabato sera col suo imponente fisico sul terreno del White hart lane privo di sensi e pulsazioni in seguito ad un improvviso arresto cardiaco al 42' di Tottenham-Bolton.
Questa sera il centrocampista dei Wanderers, trasportato nell'ospedale di Colchester dopo la sospensione del match, è finalmente uscito dal coma.


E' fortunatamente il caso di dire che le preghiere sono state esaudite.
Tutto il "White hart lane" era disperato verso le 18,45 di questo sabato per quanto accaduto ad un atleta forte e giovane, solo 23 anni, durante la partita. Compagni di squadra e avversari in lacrime, stadio ammutolito ed in preghiera, l'arbitro Webb abile nel restare calmo e consentire prontamente i soccorsi.
Ora Muamba s'è risvegliato e ha riconosciuto i familiari, ci ha persino parlato. Speriamo presto possa presenziare per la 137^ gara con il suo team.

Non sempre è andata così. John Champion lo aveva facendo gli scongiuri detto in diretta. Ci sono casi storici come quello di Marc Vivièn Foe, Puerta, Harke, O'Donnell e dubbi sulla efficacia dei controlli medici difronte ad un assenza totale per esempio di casi simili nel professionismo dello "Stivale" dal lontano anno della morte del perugino Renato Curi, cui venne dedicato lo stadio della città dopo il decesso nel 1977 durante la partita con la Juventus.

La società ha dichiarato che il ragazzo era sanissimo, ma secondo delle voci il suo cuore si sarebbe arrestato per 4 volte prima di portarlo al coma e ad un'agonia terminata in modo positivo questa notte.
C'è da dire inoltre che l'immagine di Muamba non sembra legabile al doping.

Questo potrebbe esser il braccialetto
del futuro per uno sport più sicuro. 
Intanto recentemente in Spagna s'è studiata nell'università di Jaume di Castellò una idea per prevenire queste situazioni. A brevettarla il dottor Ferrer il quale ha congeniato un braccialetto capace di rilevare anomalie cardiache in tempo reale per un atleta (dovute o meno al doping) inviando sul proprio display una segnalazione e trasmettendola anche al soccorso nell'impianto ed all'ospedale più prossimo e prevenendo d'un ora un possibile arresto cardiaco.
“Una volta migliorati i prototipi-
sostiene Ferrer -il braccialetto, il monitor e le antenne per la trasmissione dati non dovrebbero costare più di 20mila euro: meno dei 180mila euro necessari per fare controlli cardiovascolari a tappeto ogni settimana a una squadra di 25 calciatori professionisti”.


Lilian Thuram, campione del mondo
nel 1998 e d'Europa nel 2000, si ritirò
nel 2008 prima del trasferimento al Psg.
La sola verità, nell'attesa di sviluppi su questo fronte, è che resta sempre difficile aver a che fare con queste situazioni per cui ancor di più va lodato l'operato risoluto dell'arbitro Webb.
Si parla sempre di calcio, ma non è questo l'unico sport dove accadono di tanto in tanto tragedie di questa protata. Fu proprio il difensore ex Parma, Juve e Barca, Lilian Thuram, ad aprire gli occhi su altre discipline parlando della morte del fratello cestista.





Gomis, accasciato al suolo.
Nel calcio è spesso capitato in paesi come la Francia con Gomis, salvatosi per due volte prima nell'allenamento con la nazionale poi in una sfida tra OL e Saint Etienne in Ligue 1, e ancora nel Lione proprio con quel Foe del quale l'autopsia confermò l'ipertrofia. Stesso problema di Thuram.
Fortunatamente in Italia Kanu e Fadiga sono stati fermati prima dell'irreparabile, perché i Gomis e i Muamba sono miracolati. Si può giocare a calcio, ma con i battiti del cuore non si gioca.

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