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venerdì 5 luglio 2013

Anche la Bolivia dice no a Snowden. Sud America attacca UE, Maduro la Cia.

Nemmeno la Bolivia è disposta a conceder asilo politico ad Edward Snowden, la talpa del datagate: ad annunciarlo il ministro degli Esteri boliviano, David Choquehuanca, dopo che il Presidente del paese sudamericano era rimasto bloccato in volo a Vienna nello scorso martedì nel sospetto che con lui viaggiasse l'ex collaboratore della Nsa.
A tal proposito Francia, Portogallo e Spagna hanno subito nelle ultime ore l'attacco mediatico della Russia di Putin che ha sottolineato come sia importante continuare "a rispettare rigorosamente i principi internazionali" e "la sovranità di qualsiasi paese" di fronte all'allarmismo nutrito per scovare Snowden.


Morales sostenuto da tutti i presidenti
dell'Unasur riuniti a Cochabamba (Bol).
-Non mi tremerebbe la mano- ha tuonato Evo Morales -nel chiuder l'ambasciata dell'Unione Europea.-
Con queste dichiarazioni rilasciate, nel summit dell'Unasur (Unione nazioni sudamericane) tenutosi a Cochabamba, il leader del governo boliviano ha definito l'UE succuba degli Usa, mentre la Bonino nega la possibilità d'asilo per Snowden.
Della stessa linea si sono mostrati i presidenti Rafael Correa (Ecuador), José Mujica (Uruguay), Cristina Fernández (Argentina), Dési Bouterse (Suriname) ed il neo-eletto leader del Venezuela Nicolás Maduro, il quale ha inoltre attaccato duramente gli Stati Uniti insinuando che la Cia abbia ordinato ai paesi europei di chiuder lo spazio aereo al volo che ospitava Morales.

Segreti custoditi a Boulevard Mortrier.
Le Monde svela il Prism francese mentre la bufera contro Snowden si fa più tempestosa. Il quotidiano francese ha infatti postato un articolo dove denuncia come dal 2008 la Dgse (Direzione generale per la Sicurezza Esterna) raccolga dati dalle conversazioni telefoniche, dalle mail e dal traffico internet sulle comunicazioni private per conservarne le registrazioni nel sotterraneo del Boulevard Mortier, nel nord est di Parigi.
Secondo la testata transalpina i politici sarebbero al corrente, come testimonia un documento del 30 Aprile.

I Signori del petrolio uniti nel vertice Gecf.
Una serenità d'oro invece mostra Vladimir Putin nell'incontro tra i più potenti stati del petrolio.
Il presidente russo ha infatti ospitato a Mosca Maduro, Ahmadinejad (Iran) e Morales al fine d'intensificare la cooperazione per l'oro nero tra i quattro stati: l'incontro è stato molto positivo perché il presidente russo ha ottima considerazione del Venezuela grazie all'eredità di Chavez ed intende continuare i rapporti anche con Maduro, suo ospite per la prima volta a Mosca, mentre Morales ha invitato la Russia ad ispezionare la qualità dell'azienda boliviana Rosneft per trattare qualche possibile investimento.
Anche con il presidente iraniano, che lascerà tra poco l'incarico, si è parlato di grande cooperazione, al fine d'intensificare i rapporti ora blandi sul territorio di comune interesse del Caspio.

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