Era questo il pensiero di Vujadin Boskov sui tecnici del pallone, i quali sono spesso protagonisti di grandi personalismi ed egoismi. Zenga, suo lontano successore, paga un pò il proprio e prende quattro ceffoni dalla squadra del maestro serbo.
Sul neutro di Torino la formazione dell'ex portiere nerazzurro in netto ritardo di preparazione rispetto ai rivali, reduci da due successi in campionato, annaspa da subito e va sotto al 4' quando Stanisavljevic imbuca per Ivanic che fredda Viviano nel face-to-face. Non passa molto quando Stanisavljevic centra la traversa, ma il numero 7 si può rifare al 4' della ripresa quando nell'ennesima fuga solitaria Vivano ferma Ozegovic ma nulla può sul tap-in del giocatore accorrente.
Il numero 51 dei serbi chiude lo show ospite nel recupero con un gran sinistro sotto l'incrocio che quasi lo fa scoppiare in lacrime, le stesse che verrebbero da versare vedendo questa Doria abulica ed assente per la quale le scuse di Zenga, già padrone prima che padre, a poco servono.
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