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sabato 31 ottobre 2015

Lettera a Carraro: l'impossibilità di sognare!

F. Carraro, membro CIO.
Caro Carraro,  
a scriverle è un appassionato, anzi un innamorato del pallone, uno dei pochi rimasti. Perchè uno sport, scosso puntualmente da scandali scommese, dominato non è dalla passione ma dal 'Dio denaro', si fa sempre più fatica ad amarlo.
Le sue ultime dichiarazioni riguardo la famosa telefonata di Claudio Lotito su Carpi e Frosinone sanciscono la morte del calcio. In un mondo, come il nostro, basato sulle differenze: ricchi o poveri, del nord o del sud, morti di Serie A o di serie B; il calcio era l'unica cosa che ci faceva sentire tutti un pò uguali, fratelli, tutti membri di un'unica grande famiglia con un' unica grande passione in comune. Ma per voi, che detenete il potere, il calcio non deve essere questo, non tutti devono avere l'opportunità di sognare, soltanto le grandi piazze meritano determinati palcoscenici. Perchè sono le grandi, con i loro milioni di tifosi al seguito che comprano l'ultima maglietta (anche se non si capisce la differenza dalla precedente), che stipulano contratti televisi per seguire i propri idoli, ad arricchire le vostre tasche, non certo i pochi migliaia di supporter  fedeli di Carpi o Frosinone. Poco importa se, come dice lei, leggendo Frosinone gli stranieri hanno bisogno di una cartina, perché  il calcio non è denaro o marketing come lo avete reso, ma il calcio è vita, e tutti gli uomini meritano, almeno una volta nella vita, di sognare!

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