Genova riflette anche mediante lo stop delle squadre di Serie A: Samp e Grifone non giocheranno infatti la prima giornata che le vede impegnate rispettivamente contro la Fiorentina al Marassi e contro il Milan al Meazza. Confermate invece tutte le altre partite.
Prima di ogni gara i giocatori osserveranno col lutto al braccio un minuto di silenzio, quello stesso silenzio che i Benetton hanno rotto assicurando di voler far luce sulla verità dopo giorni di duri attacchi ricevuti dall'opinione pubblica.
Il silenzio in fondo è tema portante di questi accadimenti, troppo prezioso per le bocche di alcuni politici che ne perdono l'opportunità cercando di farsi propaganda sul sangue versato da persone sfortunate, assai inspiegabile quando la giustizia non riesce ad andare fino in fondo in cerca dei responsabili e forse persino un pò forzato quando lo si impone per istituzione.
Il plurimiliardario mondo del calcio forse farebbe meglio effettivamente a giocare devolvendo gli incassi (come giustamente sostenuto dal giornalista Paolo Condò) al quartiere Sampierdarena, privandosi per una volta tanto di un pò di cash che fuoriesce sempre dalle tasche degli italiani per pagare le tasse destinate alla realizzazione di opere pubbliche instabili e fatiscenti, mentre al Bentegodi di Verona per la prima di Cristiano Ronaldo in bianconero è previsto persino l'antiterrorismo.
Cosa vuole Genova adesso? Il silenzio o una concreta mano?
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