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giovedì 27 giugno 2013

Tra memoria e la celeste c'è Paulinho. Brasile in finale di Confederation.

Una maglia vecchia 63 anni non basta all'Uruguay, la cui divisa rivisitata richiama nel match contro il Brasile quella indossata nella gara della finale in terra verdeoro che la celeste vinse per 2-1 in rimonta sui padroni di casa.
La giovane Confederation Cup (anno di nascita 1992) è competizione meno drammatica di quel mondiale e l'11 di Felipe Scolari ribalta il risultato del precedente osannato dai tifosi rivali in una partita sofferta ma che vale la finale, in attesa della sfida Italia-Spagna che domani deciderà l'avversaria verso la conquista del trofeo casalingo.


Julio Cesar evita i fantasmi su Forlan.
Julio salva David Luiz che è autore d'una gara da dimenticare e con lui il Brasile al 14'. Il difensore brasiliano trattiene Lugano sul corner ed il direttore di gara assegna la massima punizione: non è impeccabile il tiro di Forlan che angola senza molta forza consentendo al guardiano verdeoro, retrocesso col Qpr, il prodigioso salvataggio.
El cacha prova a riscattarsi, ma è sfortunato quando al 29' tenta una girata di prima intenzione su cross di Alvaro Pereira dalla sinistra.
Ben più assistito dalla buona sorte Fred, il quale sfrutta un uscita di Muslera su Neymar per infilare in porta la palla del vantaggio al 41'. Da sottolineare lo splendido lancio di Paulinho, ormai degli Hotspurs, per la nuova punta blaugrana.

Nel '50 furono Schiaffino e Chiggia, oggi
non è bastato Edi Cavani per la celeste.
Brividi a ritmo di samba per il Brasile nella ripresa: la formazione di Tabarez è protagonista d'un avvio determinato che porta al pari immediato di Cavani, su una lunga combinazione dove paga ancora un errore di David Luiz il cui rinvio diventa un assist per i rivali raccolto in modo vincente dal bomber del Napoli (il quale dice d'attender un colloquio col presidente De Laurentis).
Al 68' l'Uruguay sembra vicino al ribaltone con un inserimento aereo di Suarez, ma è Thiago Silva in realtà a rischiare con una zuccata di batter il proprio portiere.

Muslera va a vuoto. Paulinho non spreca.
Questione di testa quella che decide l'equilibratissima sfida.
Muslera la perde del tutto in uscita su un calcio d'angolo e Paulinho usa invece pienamente la zucca per punirlo, dopo un'altra occasione per Cavani che con un tiro deviato aveva spaventato la retroguardia di Scolari.
Stavolta al Mineirao è festa, benché si attenda con grande preoccupazione il mondiale. La storia del Maracanà e della finale del 1950 è lontana.

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