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giovedì 4 luglio 2013

Egitto divora Costituzione con Morsi. Golpe e fuochi d'artificio per Mansour.

Golpe in Egitto dove il Presidente Mohamed Morsi è stato destituito con un colpo di stato da Piazza Tahrir.
A guidare la nazione vi sarà ora il magistrato Adly Mansour, eletto come Presidente ad Interim della Repubblica Araba d'Egitto. Il leader uscente, che era salito al potere due anni fa al posto di Mubarak, è da ieri sera detenuto presso il Ministero della Difesa.
Nel frattempo è iniziata la caccia a 300 esponenti del movimento dei Fratelli Musulmani che sostiene Morsi e che le forze militari vogliono rinchiudere nel carcere di Torah Mahkoum del Cairo dov'è detenuto anche Mubarak.


Una manifestante attiva contro Morsi.
Donne difese nell'ultima giornata di protesta dopo le denunce che hanno portato alla luce diversi casi di abusi sessuali in queste giornate di protesta.
Benché molte donne siano state attaccate con catene, coltelli, colpite con delle sedie, le denunce presentate alle autorità sono state minimizzate di fronte al problema delle proteste della piazza.
L'intervento di ieri sera del capo delle Forze Armate, Abdel Fatah Al Sisi, che ha sottolineato come Morsi non abbia saputo accoglier la protesta e dimettersi, pone fine agli scontri ed alle barbarie.

Piazza Tahrir fa esplodere coi fuochi la
gioia. L'Egitto ricomincia da Mansour.
La gioia esplode nel paese che festeggia dalla piazza teatro della protesta con i fuochi d'artificio mentre la situazione dell'economia nazionale pare prostrata dall'ultimo biennio repubblicano.
Lo stato egiziano pare possa contare infatti ad oggi su meno di 10 miliardi di euro anche per via del drastico decremento delle risorse economiche portate dal turismo, il cui settore ha registrato una perdita d'un terzo del movimento.
Fanno paura disoccupazione ed inflazione con la sterlina egiziana in caduta libera ed un potere d'acquisto ridotto per prodotti di fronte ai prezzi smodati d'un pezzo pane, di frutta e verdura ed alle limitazioni all'energia elettrica.

L'annuncio del capo delle Forze Armate, Abdel Fatah Al Sisi.

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