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mercoledì 10 luglio 2013

Egitto sull'orlo d'una guerra civile: Fratelli musulmani rifiutano governo.

Mohamed Badie, capo Fratelli
Musulmani verso guerra civile.
Nessun patto con i golpisti per i Fratelli Musulmani. Con questa posizione l'organizzazione pro-Morsi ha fatto capire che i disordini nel paese continueranno dopo la destituzione del Premier.
Il nuovo leader ad interim, Hazem el Beblawi consulterà in queste ore Mohamed el Baradei e Ziad Bahaa-Eldin per la formazione della nuova maggioranza.
Mansur, presidente ad interim del paese, ha annunciato che le elezioni si terranno nel giro di sei mesi mentre i Fratelli Musulmani tuonano: "Sarà il giorno del milione di martiri". I primi nel Sinai, dove due uomini sono stati uccisi (e sei feriti) in un checkpoint delle forze di sicurezza.

domenica 7 luglio 2013

L'Egitto nel sangue per Morsi: 30 morti. Fratelli musulmani alleati con la Jihad.

Morsi e morti a dividere l'Egitto in queste ore: l'ex Presidente viene appoggiato dai Fratelli musulmani che sono in continuo conflitto con i sostenitori del golpe.
Negli scontri della scorsa notte è intervenuto anche l'esercito che ha sparato sulla folla provocando 37 decessi tra le città del Cairo, Alessandria e Suez.
L'Egitto sta indagando intanto su Khairat el Shater, numero 2 dei Fratelli Musulmani che dovette ceder a Morsi la poltrona nel 2011 per via dei suoi precedenti penali: quest'uomo avrebbe ordinato l'uccisione di otto civili nell'assalto del quartier generale presso il Cairo.

El Baradei, premio Nobel
per la pace nel 2005. 
Lontano l'uomo della pace dal Governo ad Interim: El Baradei, nobel nel 2005 per la pace, è ora solo una delle opzioni secondo quanto dichiarato dalla presidenza che ha dovuto tener conto dell'opposizione dell'organizzazione pro-Morsi e del partito del Nour. Baradei è stato definito un "uomo degli Usa".
Intanto Ansar al Shariah, nuovo gruppo jihadista, minaccia violenze per imporre la sharia, ovvero il potere militare, al fine di vendicare la deposizione di Morsi.

giovedì 4 luglio 2013

Egitto divora Costituzione con Morsi. Golpe e fuochi d'artificio per Mansour.

Golpe in Egitto dove il Presidente Mohamed Morsi è stato destituito con un colpo di stato da Piazza Tahrir.
A guidare la nazione vi sarà ora il magistrato Adly Mansour, eletto come Presidente ad Interim della Repubblica Araba d'Egitto. Il leader uscente, che era salito al potere due anni fa al posto di Mubarak, è da ieri sera detenuto presso il Ministero della Difesa.
Nel frattempo è iniziata la caccia a 300 esponenti del movimento dei Fratelli Musulmani che sostiene Morsi e che le forze militari vogliono rinchiudere nel carcere di Torah Mahkoum del Cairo dov'è detenuto anche Mubarak.

sabato 22 giugno 2013

Il Brasile insegue un'altra Coppa. Popolo chiede fondi per il progresso.

Ordem et progreso sono le due parole chiave cui la bandiera del Brasile da l'incarico di riassumere il motto di una nazione colma invece di rabbia ora e di enormi contraddizioni interne che provocano disperazione e violenza da parte della povertà più dimenticata del paese.
La grande maratona calcistica organizzata dalla Fifa nella terra carioca costerà al governo di Dilma Rousseff ben mille milioni di dollari tra l'ampiamento e la ricostruzione di nuovi impianti sportivi, campagne pubblicitarie, strutture e servizi logistici: tutto investimenti che mancheranno all'istruzione ed agli ospedali.

mercoledì 19 giugno 2013

Nuovi scontri nella Turchia di Erdogan. Artisti e popolo sfidano la polizia.

Segni dell'evidente dissenso con Erdogan.
Finta pace quella vissuta per alcune ore nella Turchia che arde per il parco della capitale di Istanbul: il premier Tayyip Erdogan ha ormai finito il credito presso il popolo che non si è fatto abbindolare dalle promesse del primo ministro ed è sceso nuovamente in piazza a Taksim provocando la reazione violenta della polizia tornata ad utilizzare lacrimogeni, spari nell'aria, manganelli ed acidi diluiti contro la folla manifestante.
Numerosi striscioni chiedono le dimissioni del leader del Bosforo, mentre moltissimi post su Twitter mostrano foto dei feriti, tra i quali alcuni bambini di 5 o 6 anni.

domenica 9 giugno 2013

Erdogan ci ripensa. Gezi Park vince. Niente centro commerciale nel parco.

Taksim è ovunque ed il centro commerciale non si farà.
Con questo slogan Istanbul ha vinto la sanguinosa battaglia contro il primo ministro Erdogan per il mantenimento dell'area verde capitolina del Gezi Park, parco fortemente voluto dall'ex Presidente Ataturk.
L'attuale leader del Bosforo ha rinunciato alla costruzione del centro commerciale dichiarando in una conferenza stampa di voler cercare una via conforme ai canoni europei per far crescer la nazione.
Per la Akp però i metri del Gezi Park non basterebbero per portar a termine la costruzione del centro commerciale ed il capo del progetto ha pertanto abbandonato l'idea, dopo i numerosi tweet di protesta con la scritta "Taksim è ovunque" appunto e la presa di posizione anche di artisti di spicco del paese.

domenica 2 giugno 2013

Protesta verde ad Istanbul: 1000 feriti. Violenze turche contro manifestanti.

Manifestavano per il verde della città. Si sono trovati a difendersi dal rosso degli scontri con la polizia turca che ha reagito con violenza alla protesta di vari cortei nella città di Istanbul contro la cancellazione del Gezi Park, polmone della capitale turca.
A quattro dei ribelli scesi in piazza queste giornate sono costate la vista. In tre giorni la reazione delle forze di stato a tale iniziativa ha portato ad un migliaio di feriti.