Seguiteci su Instagram e Facebook live con LuneDìB tutti i lunedì alle 19,30

mercoledì 19 giugno 2013

Nuovi scontri nella Turchia di Erdogan. Artisti e popolo sfidano la polizia.

Segni dell'evidente dissenso con Erdogan.
Finta pace quella vissuta per alcune ore nella Turchia che arde per il parco della capitale di Istanbul: il premier Tayyip Erdogan ha ormai finito il credito presso il popolo che non si è fatto abbindolare dalle promesse del primo ministro ed è sceso nuovamente in piazza a Taksim provocando la reazione violenta della polizia tornata ad utilizzare lacrimogeni, spari nell'aria, manganelli ed acidi diluiti contro la folla manifestante.
Numerosi striscioni chiedono le dimissioni del leader del Bosforo, mentre moltissimi post su Twitter mostrano foto dei feriti, tra i quali alcuni bambini di 5 o 6 anni.

Claudia Roth, leader del partito verdi 90.
La mentalità da dittatore viene sottolineata nelle parole sociodemocratico Kemal Kilicdaroglu il quale ha espresso con parole durissime disprezzo anche per l'operato della polizia poiché obbedire agli ordini di un primo ministro che non esita a trascinare in guerra il popolo costituisce un crimine, secondo le norme internazionali.
Le forze dell'ordine dello stato seguono infatti con uno studiato piano strategico il comando del primo ministro: nei recenti scontri gli agenti hanno preso di mira il Divan Hotel, rifugio dei protestanti di queste settimane, dove alloggiava per partecipare alla rivolta anche la leader tedesca dei verdi Claudia Roth.
Subito attaccata inoltre l'infermeria ed i medici per non permettere ai protestanti di ricevere pronte cure.

L'artista Gunduz, in P.za Taksim.
Memorie cinesi riaffiorano intanto tra i ricordi dell'opinione pubblica grazie alle immagini delle proteste di Istanbul.
Un noto artista s'è parato di fronte alla polizia, unendosi come tanti colleghi alle proteste dei civili, per fermare la violenza perpetrata dallo stato sordo di fronte alle rimostranze dei cittadini.
Erdem Gunduz col suo gesto riporta alla mente il coraggio del ragazzino di P.za Tien An Men che nel pomeriggio del 4 Giugno del 1989 si fermò con dei sacchetti davanti ai carro armati riuscendo ad ostacolarli senza venir ucciso.

Vecchie proteste contro l'omicidio Dink.
Gli orrori storici vissuti dalla nazione asiatica spingono la gente a ripetere in massa questo gesto: non solo ad Istanbul, ma anche in tutte le altre più importanti città come Sivas ed Ankara, mentre la polizia è arrivata a oltre 200 arresti.
Proprio a Sivas alcuni ragazzi si sono fermati per lunghi attimi di fronte all'Hotel Madimak dove nel 1993 vennero uccisi 35 intellettuali alawiti dalla folla mussulmana ed altrettanto hanno fatto tre uomini davanti alla redazione di Agos dove nel 2007 venne ammazzato il giornalista armeno Hrant Dink.
Quattro avvocatesse si sono immobilizzate nel tribunale di Istanbul, quattro curdi nel Parlamento ad Ankara.
La protesta ha d'altronde una forte ispirazione storica, si spera l'esito e la partecipazione europea siano altrettanto epocali.

Nessun commento:

Posta un commento