Con questo slogan Istanbul ha vinto la sanguinosa battaglia contro il primo ministro Erdogan per il mantenimento dell'area verde capitolina del Gezi Park, parco fortemente voluto dall'ex Presidente Ataturk.
L'attuale leader del Bosforo ha rinunciato alla costruzione del centro commerciale dichiarando in una conferenza stampa di voler cercare una via conforme ai canoni europei per far crescer la nazione.
Per la Akp però i metri del Gezi Park non basterebbero per portar a termine la costruzione del centro commerciale ed il capo del progetto ha pertanto abbandonato l'idea, dopo i numerosi tweet di protesta con la scritta "Taksim è ovunque" appunto e la presa di posizione anche di artisti di spicco del paese.
Una donna ferita: la folla risponde con pietre a gas al peperoncino e lacrimogeni. |
Contrario alla violenza ed al vandalismo. Questa la posizione ufficila con la quale Recep Tayyip Erdogan ha chiuso la disputa sul Gezi Park dopo le evidenti pressioni create dalla manifestazione, teatro di duri scontri notturni, nella zona di Taksim.
Numerosi artisti del paese si sono uniti alla gente comune per difendere i 600 alberi del polmone cittadine affermando che "negli ultimi dieci anni abbiamo visto una progressiva erosione dei diritti civili e umani, così come quelli delle donne".
Parole che hanno effettivamente centrato l'obiettivo poiché la polizia ha reagito con idranti, lacrimogeni ma soprattutto con inspiegabile violenza di fronte a proteste pacifiche come quelle di alcuni manifestanti che hanno colorato la piazza e si son fatti coprire il viso con la pellicola trasparente.
Ora il Premier ha posto fine alla protesta fermando il progetto, nella speranza di una scelta definitiva.
Ora il Premier ha posto fine alla protesta fermando il progetto, nella speranza di una scelta definitiva.
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