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giovedì 23 ottobre 2014

La Juve cambia la maglia, non la storia.
Dramma al Pireo. L'Atletico ne fa 5.

La Juve trova Morata nella gara che certifica l'incompletezza anche per questa stagione nella corsa all'Europa. Per la formazione di Allegri è questa l'unica nota positiva dei 94' del Karaiskakis dove la forzatura Pirlo costa carissima al tecnico livornese che incassa il gol partita proprio per uno dei numerosi palloni persi dall'opaco regista difensivo.
La condizione della squadra non è delle migliori ed i greci mettono in risalto i deficit del numero 21 e di Vidal con la loro corsa e la loro aggressività, benché Buffon debba compiere la prima vera parata su una strepitosa punizione di Dominguez all'8'. Morata si fa notare poco dopo colpendo di testa sotto porta e trovando la deviazione di Tevez che spiazza Roberto, ma Elabdellaoui, marocchino naturalizzato norvegese, mostra la sua freddezza scandinava appostandosi sulla linea col colpo di testa liberatorio.
El Chori Dominguez avvisa Buffon a metà frazione con un gran sinistro di prima intenzione, poi entra nell'azione propiziata da Pirlo con la quale il team di Michel spacca il match. E' il 36': l'ennesimo calo di zuccheri dell'ex Milan lancia l'argentino che scambia con Mitroglou, palla all'ex Palermo e Buffon è condannato, mentre Ogbonna resta a guardare l'inserimento vincente dello svizzero.

Notte da mito per Roberto che nella ripresa scongiura un pari comunque meritato per i torinesi tra i quali persino il tardivo Allegri non può che lanciare Marchisio sul campo già al 55' per Pirlo, comunque osannato dagli amanti del calcio locali nonostante la serataccia.
Kasami sfiora il raddoppio con un diagonale troppo largo ed è l'ultima vera traccia della formazione ellenica che poi si affida a Roberto per difendere quanto costruito.
Il portiere è strepitoso in cinque o sei occasioni: inaugura su Morata il suo secondo tempo stellare fermandolo dopo un grande stop sotto porta con una respinta da zero metri, poi vola a smanacciare un tiro cross di Pogba che rischia di lobbarlo, salva di piede su Tevez e compie il miracolo dei miracoli su un siluro di Morata deviato sul palo.
Persino Abidal prova a farlo cadere ma il guardiano casalingo è in stato di grazia e scongiura il goal del pari sul lancio di Pogba sul quale il difensore ex-Barca compie un'inspiegabile finta.
L'amarcord del pari di Conte all'84' nella sfida dei quarti del 1999 qui ad Atene resta chiaramente solo un ricordo quando anche Tevez viene murato sull'ultima occasione.

Il difensore goleador Gonzalo Godìn.
Atletico forza cinque sul Malmö a Madrid. I colchoneros latitano per un tempo contro gli scandinavi che prima del thè caldo ci provano con un insidioso piazzato sul quale Cortouis mette provvidenzialmente i pugni.
Gli spagnoli onorano ampiamente il pronostico però nella ripresa con un vero e proprio show firmato da Koke al 48', Mandžukić al 61', Griezmann 2' più tardi, dalla solita zuccata di Godín all'87 ed infine da Alessio Cerci che trova il sigillo personale nell'ultimo minuto utile del recupero dopo essere entrato da un quarto d'ora in campo completando una bella azione personale col suo classico sinistro a girare respinto dal palo grazie ad una ribattuta vincente nell'angolo basso dopo l'incertezza dei difensori ospiti.
L'Olympiacos conserva il primato per differenza reti sugli spagnoli, Juve a 3 col Malmö ed ora impegnata a Torino contro i greci ad inizio Novembre nella gara probabilmente più importante delle restanti tre (di cui due in casa).
Allegri sostiene che ci sono ottime chances per passare e ha probabilmente ragione, ma la Juve non dovrà esser la stessa vistasi a Madrid e nei primi 70' del Pireo.

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