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martedì 14 giugno 2016

L'Italia è indiavolata: Belgio k.o. ad Euro 2016
Ibra e la Svezia pari contro l'Irlanda del Nord

Esordio da squadra con gli attributi. Tempismo, astuzia, compattezza, sacrificio e sofferenza.
L'Italia di Conte ha mostrato nell'esordio dello Stade des Lumiéres, anch'esso a battesimo al cospetto del vecchio De Gerland di Lyon, tutte le qualità che servono ad 11 uomini che si giocano in 20 giorni uno dei trofei più prestigiosi al mondo.
In questa edizione lo faranno senza nomi altisonanti. La discussa scelta del 10 a Thiago Motta in fondo altro non era che un segnale: i riferimenti non sono i fuoriclasse oggi in casa azzurra, bensì gli operai, quelli come Bonucci per intenderci che, gara dopo gara dalla dipartita di Pirlo dall'azzurro e dal bianconero, è persino diventato uno dei principali inspiratori di gioco.
Nella ottima Italia dell'avvio un suo lancio filtrante viene sprecato da Eder mentre i belga fanno il solletico a Buffon con due stoccate di Nainggolan (attento Super-Gigi sulla prima, impreciso il romanista sulla seconda). La giocata successiva di Bonucci trova però il destinatario giusto: il difensore lancia infatti verso Giaccherini che sfrutta i 40 metri di profondità con un controllo mancino col quale si orienta perfettamente la sfera per battere Cortouis di destro: al 31' l'Italia conduce 1-0 e la difesa belga, già traballante con una rischiosa scivolata dell'ex gunners Ciman su Candreva, rischia subito di concederci il bis: Cortouis stavolta resta a metà strada e sulla sponda di Parolo Pellé gira fuori di testa a porta vuota.

Pellé in rima con volé. Bis azzurro al 90'.
Berlino 2006 ci ha insegnato come in poche altre occasioni quanto importante sia soffrire e nella ripresa ripassiamo alla grande la lezione persino rischiando una rete in contropiede per uno svarione di Darmian che da corner in nostro favore aziona la ripartenza di De Bruyne il cui servizio per Lukaku è per nostra fortuna clamorosamente sprecato dal bomber del Chelsea al 60'.
Senza alcun dubbio ci vuole testa in questa fase e gli azzurri sfruttano ancora quella di Pellé sull'imbeccata di Candreva, ma Cortouis fa il miracolo in allungo. Ad 8' dal termine Origi sembra firmare il pari con una spizzata aerea su cross di De Bruyne, ma la palla è alta d'un soffio.
Il Belgio continua a macinare con Hazard, impeccabile, e col neo-entrato Mertens, ma l'Italia punge in contropiede con lo strepitoso Immobile (per Eder al 75') contenuto in corner dal guardiano dei diavoli. Le ripartenze sono la chiave vincente della nostra ripresa e, scampato il pericolo per un liscio di Barzagli, l'ultimo contro-attacco nuovamente guidato da Immobile si rivela una trappola perfetta per i rivali con Candreva strepitoso a trovare il tocco vellutato per il destro al volo di Pellé.
L'Italia batte cassa sul Belgio (alzi la mano chi ricorda il 3-1 patito dai diavoli nello scorso autunno!) e lancia un forte segnale di presenza in attesa della sfida di venerdì alle 15,00 contro la Svezia.

Il tacco di Zlatan che fu amara sorpresa in Portogallo nel 2004 è un ricordo lontano per la formazione scandinava, maltrattata oggi dai nord irlandesi, largamente superiori nei 90' dello Stade de France.
I verdi mancano il vantaggio di qualche centimetro con Brady alla mezzora e con Hendrick che coglie la traversa al 33' ma Hoolahan sfrutta perfettamente il lavoro di Coleman, abile esterno dell'Everton, da destra per insaccare in avvio di ripresa. Hamren vede Forsberg sprecare il pari ma può esultare al 71' quando Clark devia nella sua porta un cross di Ibrahimovic.
Il bomber 34enne, vistosi prima solo con un'imprecisa girata, è in qualche modo ancora decisivo, ma di incisivo da parte del suo team si vede ben poco.
Se i valori in campo resteranno quelli di oggi avrà vita facile l'Italia al Municipal contro i famigerati autori dell'amaro biscottone indigesto nelle notti portoghesi. Il fado ora potrebbe toccare a Zlatan.

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