Il Cile raccoglie i frutti di un lavoro costante di crescita dei talenti che Sampaoli ha saputo scientificamente abbinare con l'esperienza dei senatori sudamericani, come l'esperta punta Humberto Suazo, protagonista dell'edizione casalinga ed ora ritirato.
Il resto lo ha fatto sì la classe cristallina di Alexis Sanchez ma altrettanto la garra che permette ad esempio di trasformare un giocatore come Edu Vargas in un cannoniere di razza quando indossa la camiseta della nazionale al cospetto di un Higuain che si scopre impreciso proprio sul più bello quando dopo 20' del match di Houston potrebbe già dire che la rivincita dell'albiceleste sembra segnata su regalo di Medel ed invece manda fuori il diagonale a tu per tu con Bravo, che è peraltro giustamente rappresentato dal cognome per via di una super parata stratosferica sulla zuccata di Aguero dopo 100'.
In una sfida brutta e nervosa con rossi a Diaz (per una spallata forse veniale su Messi) e per un carriño di Rojo, i 120' come nello scorso Luglio non bastano.
Messi si nasconde nella camiseta e dice Adios all'Albiceleste dopo un altro k.o. |
Così, mentre Sanchez fa collezione di trofei con la Copa ed il titolo di miglior giocatore, la Pulce ammette: -E' finita! Ci ho provato quattro volte a vincere questo trofeo. Evidentemente non fa per me!-
Termina nel modo più amaro il ciclo in albiceleste dell'asso argentino che in sette tornei con la seleccion ha perso ben quattro finali, tra le quali addirittura tre in quattro anni considerando anche il Mundial brasiliano dove forse ha davvero dato il massimo di sé per poi cedere nei supplementari a Götze.
Se il Leo Messi dell'Argentina non ha avuto un decimo delle gratificazioni blaugrana, probabilmente ciò è dovuto a pressioni eccessive persino per uno che ha il mancino de Dios.
I paragoni sostenuti dallo stesso Maradona nei confronti della Pulce gli hanno spesso provacato stress sfociati persino in nausee in campo in un contesto di talenti che forse da tempo non vedevano dalle parti di Buenos Aires: Di Maria, Leo, Agüero, Higuain, Banega. Ne hanno talmente tanti da rinunciare a Icardi. Persino a Dybala. Ma al sodo restano sempre un passo indietro.
E Messi esce di scena danzando sulle note di un triste tango che suona malinconico e carico di rimpianti.
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