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martedì 4 giugno 2013

18 anni al boss dell'eternit Schmidheiny. Pagherà lui per i danni dell'amianto.

Giustizia è fatta sul caso Eternit a Torino con la condanna di Stephan Schmidheiny a 18 anni di reclusione per aver investito i suoi capitali nella realizzazione di progetti il cui materiale base ha destabilizzato le condizioni di salute di alcuni cantieri e d'alcune zone geografiche del nostro stivale ammorbate dall'amianto.
A condannare l'industriale elvetico, ora 64 enne, il giudice Alberto Oggé la cui sentenza è stata l'ultima prima della pensione: nel corso di essa sono state citate 932 su più di 2100 vittime delle tonnellate disperse in Italia di questo materiale.


Pietro Condello, l'ex operaio dello stabilimento di Casale Monferrato, ha deciso di consegnare la sua tuta al magistrato Raffaele Guariniello (Ansa)
L'ex operaio Pietro Condello regala al
battagliero pm la tuta dopo il verdetto.
E' un inno alla vita per dirla con le parole del pm Raffaele Guariniello la condanna di Schmidheiny per i fatti relativi all'eternit. Con lo svizzero non sconterà alcuna pena il barone belga Louis De Cartier De Marchenne il quale era imputato nel processo fino a dieci giorni fa quando è morto all'età di 92 anni.
Secondo la corte la multinazionale dell'amianto è colpevole di disastro ambientale doloso per l'attività di quattro stabilimenti italiani: quello di Casale Monferrato nei pressi di Alessandria, di Cavagnolo in Piemonte, di Rubiera in Emilia ed in quello campano di Bagnoli.

S. Schmidheiny, fondatore
dell'azienda killer Eternit.
Inasprite le pene rispetto alla sentenza di primo grado emessa nel Febbraio dell'anno scorso.
Alla maggiorazione di 2 anni della condanna carceraria per Schmideheiny si aggiungono 89 milioni di euro di risarcimento ai comuni e gli operai costituitisi parti civili: 30,9 milioni andranno a Casale Monferrato.
Eppure l'avvocato civilista Roberto Lamacchia non canta vittoria perché Inps ed Inail non sono state riconosciute come parti lese nella sentenza poiché il reato d'omissione è assorbito in quello di disastro ambientale: ottenere i risarcimenti sarà perciò assai arduo, sebbene ad Inail fossero stati riconosciuti 15 mln in primo grado. La sola traduzione della sentenza in tedesco costerà 100,000 €.

Operai al lavoro, rigorosamente protetti,
per la bonifica d'un tetto dall'amianto.
Bonifiche necessarie ancora in molti territori dove la sostanza cancerogena è presente: nel corso degli anni parecchi tumori si sono legati a questo velenoso materiale le cui polveri portano a morti anche nel giro di pochi mesi: per averne un chiaro quadro l'articolo qui postato (morire d'amianto) esprime bene ciò che l'amianto può causare.
Le operazioni di risanamento non posson esser comunque immediate poiché richiederanno test di laboratorio cui seguiranno i trattamenti con sostanze sintetiche per evitare che il materiale in via d'isolamento possa rilasciare polveri una volta incapsulato e condotto verso le discariche.

Industria dell'Eternit in Brasile.
Amianto come mafia all'estero dove l'uso non è bandito in paesi come Brasile, Russia, Canada, Cina, India e Thailandia.
Se in Europa infatti la realizzazione di opere che contenessero questa sostanza è stata bandita dal 2005, nel resto del mondo Schmidheiny ha ben seminato attraverso numerose conferenze che in Sud America hanno persino portato all'uccisione di sindacalisti ed ispettori del lavoro che si opponessero a questa lobby impossibile da eliminare anche per il progressista Lula.
Il magnate capo dell'eternit, ex consigliere di Clinton, s'è d'altronde fatto una grande pubblicità come amante del genere umano attraverso ricche somme di beneficenza versate per varie cause.
Il capo di Swatch e Nestlé (non libera anch'essa da indagini sulla qualità dei prodotti) ha peraltro fatto molta controinformazione in materia.

Schmidheiny in una delle sue conferenze
per la promozione dell'Eternit nel mondo.
Un nome minaccia quello dell'Eternit proveniente direttamente dai latini che evoca appunto l'eternità.
Le polveri d'amianto sono infatti imperiture e questo materiale veniva chiamato dagli antichi come lana della salamandra per la sua resistenza a qualsiasi forza, compresa quella del fuoco.
Una resistenza che a livello intercontinentale permette ancora all'amianto di seminare morti con un sistema di vero e proprio stampo criminale.
Non a caso s'era occupato della questione Roberto Saviano, da sempre impegnato contro la mafia, dopo la prima sentenza a danno della multinazionale: concludiamo riproponendovi il suo intervento qui.

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